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Aiuti per 516 milioni, le imprese: inutili | CORRIERE DELLA SERA

18 Gennaio 2021

Gli aiuti per le categorie più colpite dal lockdown non convincono albergatori, commercianti e ristoratori. E quanto emerge dal confronto con le diverse associazioni del territorio. Eppure la Regione da sola ha stanziato 516,24 milioni tra prestiti e fondo perduto.

Sergio Paolantoni, presidente di Fipe Confcommercio Roma: «Non servono praticamente a nulla. Se la differenza di fatturato tra aprile 2019 e aprile 2020 è inferiore o superiore al milione di euro, si può ottenere il 15% o il 10% di rimborso. Sopra i 5 milioni nulla. Il mese scelto però è il peggiore per noi: l’importo è minore rispetto a quello che si percepirebbe se si scegliesse come parametro dicembre. La cassa integrazione poi deve essere prolungata oltre la fine dell’emergenza, dato che non si riprenderà subito come prima. Utile l’accesso al credito con scadenza a venti anni: dei cinque concessi uno è già passato. Preghiamo i soci di resistere alla tentazione di rimanere aperti oltre il limite: contestiamo senza rischi per la salute”.

Soccorso su utenze e finanziamenti sono richiesti anche da Confcommercio Roma, così il direttore Romolo Guasco: «Parliamo di palliativi. Lascia perplessi la divisione per codici Ateco, esclude settori fondamentali come le farmacie: il metro più adatto è il fatturato. Gli altri due problemi si chiamano imposte e liquidità. Chi non ha potuto lavorare non è in grado di pagare la tassa sui rifiuti, neanche con lo sconto del 25% sulla parte mobile. E le società dalle buone performance ma con bilanci in rosso a causa della crisi rischiano di perdere merito creditizio».

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